Salute

L’Aids, l’Africa e la Chiesa cattolica

Ilaria Borletti, presidente di Amref Italia, riprende il tema dell'elevatissimo costo dei farmaci.

di Riccardo Bonacina

Gentile direttore, ho letto con molto interesse gli articoli dedicati all?indignazione della Chiesa cattolica e del Pontefice in persona contro le multinazionali che non hanno permesso ai milioni di malati di Aids in Africa l?accesso ai farmaci per curarsi. Vorrei però fare alcune precisazioni. Per molti anni (18 per l?esattezza) ho svolto un servizio volontario un mese all?anno in una missione cattolica del Nord Kenya e in particolare nell?ospedale di Wamba. Mi ricordo di aver portato in Italia personalmente (allora non si trovavano in Africa i kits per i tests dell?Aids) i primi campioni di sangue. Mi ricordo dei primi risultati che sembravano non essere allarmanti: solo l’1,5% dei ricoverati era sieropositivo. Dopo dieci anni le cifre erano decuplicate. Quando sono diventata presidente di Amref Italia ho chiesto un appuntamento con il cardinale Angelini, allora responsabile del dicastero della Salute. L?ho fatto perché ritenevo utile presentare questa nuova realtà che per altro attraverso i Flying Doctors da sempre collaborava con le missioni cattoliche. Mi disse di conoscere perfettamente Amref e il lavoro di prevenzione e di educazione sanitaria ma di non condividere i nostri metodi: avevamo appena approvato una campagna di prevenzione in Uganda (Paese allora con il 40% di sieropositivi) che consisteva nella distribuzione gratis di preservativi. Gli chiesi quale fosse la risposta pratica della Chiesa cattolica al diffondersi dell?Aids. “La Provvidenza”, mi rispose. Da oltre 25 anni viaggio nei Paesi dell?East Africa: le Chiese (tutte le Chiese non solo quella cattolica) hanno in quelle zone del mondo una rete infinita di missioni, scuole, dispensari, ospedali. Che cosa sarebbe successo se questa rete si fosse attivata per cercare attraverso una campagna di prevenzione seria e priva di preclusioni di prevenire realmente la diffusione del virus? Credo che sia una domanda lecita. E che soprattutto sia una domanda necessaria se si vuole realmente approfondire le cause che hanno visto una diffusione così drammatica ed esponenziale dell?Aids. Anche per rispetto di quei milioni di morti, dei milioni di orfani e dei milioni di sieropositivi cui difficilmente si può dire che l?unica causa della loro drammatica situazione è il comportamento delle multinazionali dell?industria farmaceutica. Con cordialità
Ilaria Borletti, Presidente di Amref Italia

Carissima Borletti, la domanda è più che lecita, tanto è vero che l?ottima Jesi l?ha rivolta direttamente a Padre D?Agostino nel corso dell?intervista pubblicata sul n. 6. Vero è che la Chiesa ha molto sbagliato sul problema (lo riconosce sullo stesso numero il cardinale Danneels), ma vero è che oggi in Africa, a situazione già ampiamente compromessa, più dei preservativi e della prevenzione, possono i farmaci e le cure.

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